martedì 29 marzo 2011

Cosa vuole una mamma...

Tra qualche giorno – ci pensavo proprio ad inizio settimana – saranno  due anni che sto a casa: gravidanza a rischio, fine contratto di lavoro ( la gravidanza ha mandato all'aria le promesse del rinnovo a tempo indeterminato... ah l'Italia! Mi consola che la capa di allora è stata nel frattempo silurata), allattamento ad libitum, offerta di lavoro a mio marito con conseguente trasferimento dell'intera famiglia... la sottoscritta ha smesso di pensare ad un imminente (l'anno scorso per chi legge) rientro lavorativo e assunto il ruolo di factotum, tra l'altro dato per scontato, al completo servizio di marito e figlie.


Il ritmo è sostenuto, ma si tratta di una fatica più fisica che mentale, o meglio: la fatica mentale c'è,  dovuta al restringersi delle occasioni sociali, del tempo da dedicare a me stessa, alle priorità personali anche minuscole ridotte ad accodarsi a quelle degli altri componenti della famiglia. E' giunto il momento di cambiare però, altrimenti richio di "annullarmi " e di mettere i neuroni in cassa integrazione con troppo anticipo e pure a tempo indeterminato...

Abbiamo trovato una tata per qualche ora per la piccola di casa, ma ciò non mi ha dato il giovamento sperato in termini di decompressione, poiché di fatto non mi posso muovere di casa o dal quartiere più di prima: ho sempre il vincolo della pausa pranzo della grande e del marito, orari da far combaciare, insomma corro esattamente come prima se non di più. Eppure avevo calcolato che grazie a questo poco tempo libero (sig) avrei potuto iniziare a cercare un lavoro... o rilassarmi. Invece al solito – sarà colpa del mio carattere balordo – prima sistemo le faccende famigliari e poi penso a me, così che finisce spesso che per me non rimane tempo. Non mi ci vedo a pagare una tata a tempo pieno per rilassarmi, è contro la mia natura lasciare le bambine ad altri per … che so... far shopping o andare a zonzo senza meta....

Mio marito a momenti da segni di insofferenza per il lavoro, scalpita perchè sembra che le promesse fatte dal datore non vengano affatto mantenute a fronte di richieste pressanti di risultati tangibili sull'andamento della filiale. Insomma comincia a pensare ad un possibile rimpatrio. Ma nello stesso tempo stiamo tentando di vendere il nostro appartamento in Italia... del genere: come farsi mancare la terra sotto i piedi... lui lo strozzerei a questo punto. Avessimo almeno avuto come meta un Paese di cui non conosco la lingua, avrei potuto occupare il cervello anche solo andando a far la spesa o guardando i cartoni animati con le figlie. Avrei avuto la sensazione di non buttare via 2 anni....

Ieri sera ci ha fatto visita una persona che “butta acqua sul fuoco” con frasi del tipo “poverina, dev'essere orribile, in più non conosci nessuno...” , e ancora “ah, cerchi lavoro, quando avevo la tua età io non ho mai smesso “ sfido io, insegnante fissa con tutte le vacanze scolastiche pagate, colf in casa e tata per i figli , oppure “ so che cercano insegnanti di tedesco a scuola, ma non è per te , tu non hai i diplomi giusti qui”  stare zitta no eh?

Questo fantomatico ritorno nel mondo del lavoro.... come dovrebbe realizzarsi?

Devo rassegnarmi al fatto che non mi basta fare la madre a tempo pieno (il che è già orribile a pensarsi-scriversi), ma trovo il menage quotidiano fine a sè stesso abbastanza frustrante, anzi sto perdendo neuroni a ritmo accelerato (e già dopo i 20 anni è tutto un effetto a cascata, si sa), non mi va di sentirmi dipendente finanziariamente anche se parliamo di mio marito. Non mi va di sentirmi in bilico: tra un appartamento e l' altro, un Paese e l' altro, un trasferimento per lavoro e un altro... mi sembra di non avere una vita mia, un potere decisionale, un peso nella famiglia...altro che Tempi Bui, anche nel XXI° secolo la donna si trova - suo malgrado a volte per circostanze contingenti - in secondo piano.

E allora si deve riaggiornare il curriculum, cominciare a leggere le offerte di lavoro per veder quale è la tendenza del mercato etc. Ma più di tutto, penso di utilizzare questo periodo per  cambiare settore e magari specializzarmi  in altri campi. Penso che l'occasione sia da cogliere al volo, tutto sta trovare la modalità di attuazione più adatta alla situazione....

Voi in cosa vi "riciclereste", potendo e volendo?

Certo è che in ogni caso , succeda quello che succeda in futuro, rimpiangerò questo periodo per mille altri motivi.... Non si è mai soddisfatte, eh?

Ciliegina sulla torta a spiegare la foto, prendo in prestito per l'occasione il titolo del post di Selena: "Murphy o sfiga"???!!!  perchè... oggi pomeriggio mi chiama un'amica ex collega di lavoro, la quale mi pone su un piatto d'argento una proposta lavorativa che avrei accettato al  volo... vicino a casa (in Italia) , posto interessante, luogo ideale.... dato il nervosismo latente di questo periodo io direi proprio "ma che sf!!!!!!!!"

12 commenti:

  1. il classico: l'opportunitá mai nel momento o nel luogo giusto, e m'è capitata molte volte..mah, sará il periodo, la primavera, siam tutte in crisi vedo. io ci penso, vorrei riciclarmi, insegnare inglese non m'interessa, poi qui il titolo devo omologarlo (prima l'universitá, poi la tesi..na palla costosissima), e tanto di laureati in inglese ne é piena spagna, che poi lo sappian parlare é un'altra storia.
    vorrei buttarmi sulla fotografia, gran passione, ma non ci son corsi in paese, i piú vicini son a malaga, 60km, e chi puó sposarsi tanto!!! ho le mani legate qui, non ho possibilitá di corsi né lavori. nervosismo...che fare? non ho neanche il tempo per inventarmi un lavoro, e neanche l'asilo, che ci son solo privati e son costosi. mah, penso a sti 10 gg in italia, meglio! comunque io sto appartamento in italia me lo terrei, magari lo affitti, ma almeno hai sempre una base dove tornare se le cose van male.

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  2. cara Helga è proprio un brutto periodo, certo sentirsi impotente è frustante, accettare la situzione? la situazione può cambiare ma non ti devi deprimere, ci vorrebbe una pausa ma come dici non è possibile.Ti dico una cosa che sicuramente mi manderai a quel paese : stringi i denti tieni duro e spera, qualcosa cambierà Gio

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  3. è davvero un classico: quando cerchi non trovi e quando non cerchi o sei impossibilitata ad accettare ecco le offerte della vita! mA che palleeeeeee!!!! Che dire, son nella stessa situazione, faccio mille cose, mi sbatto a mille, alla sera arrivo che più che una donna son un mucchietto di carne e ossa...eppure la gente ti guarda come se non facessi un ca dal mattino alla sera, e soddisfazioni personali ZERO o pochine comunque! Caspita che prezzo che paghiamo noi donne per la famiglia, spesso! MA se il tuo marito vuol rientrare non potreste far rientri separati, tu cominci a andare e poi ti raggiunge lui (soluzione fattibile solo se tu in italia hai degli aiuti con le bombe ovviamente!!)?? SO che è facile a dirsi e non a farsi, io non son in una situazione molto diversa...ma bho, la buttavo lì!

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  4. Perdonami se mi permetto, ma la butto lì... perchè non fai leggere i tuoi pensieri a tuo marito? Magari sapesse che tu non sei felice... Sono sicura che una soluzione alla tua insoddisfazione si può trovare... magari riesci a far ritorno in patria prima di vendere l'appartamento e chiudere così un capitolo della tua vita... alla fin fine qui in Italia non si sta poi così male...
    Facci sapere...
    Un bacione...

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  5. @Selena, l'appartamento si può anche vendere , dovessiomo rientrare ricompreremmo qualcosa di migliore ;-) Male che vada, qui ci stiamo almeno un altro anno. Buone vacanze!!!

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  6. @Gio, figurati ci mancherebbe! Ci sono cose buone di questo periodo, me ne rendo conto, è l'insoddisfazione di fondo che non digerisco più. Andrà sicuramente meglio, ne sono sicura. Baci

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  7. @Sorellucce, se decidiamo di rientrare dovremmo per forza di cose farlo "a rate", stiamo vagliando tutte le possibili situazioni potenziali, ma siamo ben lontani dall'avere fretta. In bocca al lupo anche a te!

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  8. @Ombry, ciao ! Figurati che mio marito lo sa, sai? date le scenate che gli pianto ogni tanto quando arrivo a saturazione ...ehm... comunque piano piano sistemiamo tutto, in un modo o nell'altro, c'è da dire però che sono combattuata dal voler tenere il piede in due scarpe: ci sono indubbi vantaggi (al pari degli svantaggi) nel rimanere e nel rientrare, sono aspetti diversi che purtroppo però non si possono paragonare. L'insoddisfazione c'è, però c'è anche la voglia di non arrendersi e rientrare, perchè vorrebbe davvero dire per me aver investito tanto per non aver ottenuto nulla (intendo un mio vantaggio personale, ovvero professionale): quindi di sicuro prima mi trovo un lavoro come dico io e poi ho un altro paio di progetti da portare avanti a breve-medio termine ;-) Vediamo con calma. Baci

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  9. Elga vuoi rientrare in Italia?Naaaaaa....
    Scusa Ombry in Italia non si sta male? Oh mein Got!!!!!!! Io non ci tornerei .A parte la mia famiglia che mi manca qui sto decisamente bene, in Italia andrei a far la fame ^^

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  10. No Wanesia ;-), apprezzo la vita all'estero (per lo meno, l'ho apprezzata maggiormente in passato, con i figli la cosa è temporaneamente più complessa...) e ancora di più apprezzo come la vita all'estero mi faccia maggiormente apprezzare casa mia in Italia (la famiglia con i suoi valori, l'ambiente di vita più rilassato e più a contatto con la natura, gli amici di sempre...). La vita all'estero ha alcune sfaccettature che sanno di sfida e mi piace pensare di riuscire a superarle... Solo che attualmente non sono libera di muovermi come desidero, vedo il tempo passarmi accanto e io mi sento invece "ferma"... Passerà, però. Tanto per dire, ho iniziato ad inviare curriculum e già l'idea che si possa concretizzare qualcosa a breve mi fa versare la lacrima il dover quindi "lasciare" le pupe in altre mani che le mie.... che stupida, eh? ;-) Brutta storia essere madre, certe volte ;-)

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  11. Il mio parere penso lo sai già, lo so è puro egoismo, ma vi preferirei a pochi km di distanza :)
    Secondo me, più passa il tempo, più occorre decidere dove si vuol mettere radici, in modo tale da vivere con una certezza di base, e di conseguenza prendere decisioni lavorative: un conto è dire "bon, cerco lavoro per un anno, quello che viene viene tanto dura poco", un altro è dirsi "ok, ora cerco un lavoro stabile e duraturo, che possibilmente mi piaccia per i prossimi anni fino alla pensione"..
    Il riciclo? boh, personalmente sono soddisfatta del lavoro che faccio, tu dove ti vedi tra 10 anni? che lavoro ti immagini di fare? ecco...cerca di ottenerlo, per forza a qualcosa occorre rinunciare, tenere il piede in due scarpe è difficile...

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  12. Lisa, ;-) Sono d'accordo solo in parte: va bene mettere radici, ma non si sa mai cosa la vita ha in serbo. Certo, si può partire già con l' idea che certi cambiamenti non verranno mai realizzati e quindi in primis non ci si muove da dove già si sta bene... Per il lavoro, io non ho l' età ;-) nè la volontà di prendere quello che viene...primo, perchè non sono fatta così, secondo perchè se ci fermiamo voglio prendere la decisione anche sulla base di un buon lavoro, possibilmente con un periodo di test alle spalle ;-) Vediamo cosa ne esce, questo è un periodo cruciale in questo senso....

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