sabato 22 febbraio 2014

Sentirsi vecchi

Dicono che a quarant' anni si tirano i primi risultati della vita.

Ma la riflessione inizia secondo me quando cominci a dire troppo spesso "quando andavo a scuola io...", "quando ero più giovane..." oppure ancora "andavamo a scuola insieme, erano solo ....mmmm....20 anni fa....ops!"  Discorsi che chi ha figli inizia a fare dopo pochi anni dalla nascita del bebè.

Oppure ancora quando i capelli  bianchi in testa cominciano ad essere davvero troppi "alla mia età"!

Tra poco dovrò appurare se - quelle poisse! - allasoglia degli anta sono una delle vittime dell' artrosi all' anca, che generalmente colpisce le donne over 50....

Comunque, questo post nasce da una vicenda  parascolastica (mia figlia frequenta le elementari): ieri sono andata ad una riunioncina semiimprovvisata tra genitori e parroco e catechista ed è stata l' ennesima volta in cui è stata suonata la manfrina del "metodo di insegnamento obsoleto". Anche per la catechesi, sì.

Quando una 30ina di anni fa ormai (orrore!) frequentavo la catechesi, il gruppo si recava a casa della catechista. Si stava un' oretta seduti intorno ad un tavolo ad ascoltare un pezzo del vangelo e la catechista animava poi la discussione con spiegazioni, domande, altre letture etc.E poi a casa. Si iniziava in seconda elementare e si finiva in terza con la Comunione.

Adesso si inizia in seconda e si finisce con la Comunione in quarta elementare. Gli incontri si fanno all' oratorio perchè: 1. le case non sono in genere così grandi da ospitare un gruppone di scolari ma principalmente perchè 2. il gruppone non se ne sta un'ora tranquillo attorno ad un tavolo in casa altrui.
Quindi si va all' oratorio.
Niente di male, anzi.

Peccato che - su richiesta espressa della catechista di mia figlia sull'essere affiancata da un genitore a turno - quando io mi sono dichiarata disponibile a restare (con la piccola dietro), non ci fosse modo di darle una mano:
ragazzi liberi di giocare a rugby (maschi, uno sull' altro a terra, palla volante, corse intorno ai tavoli)
altri in piedi sul tavolo (uno quasi se lo beccava nei denti tirandoselo addosso)
ragazzi che si provocano lanciandosi lo zaino da un capo all' altro o si rubano per gioco gli oggetti
ragazze che si lanciano i peluches
uno che gioca al nintendo
altri due che ascoltano musica con le cuffie
uno correndo e spintonato da un altro ha leggermente sbattuto la testa sul muro
qualche parolaccia par ici et par la
chiasso generale dovuto al fatto che non si può parlare meno forte dell' altro

La catechista, per separare due attaccabrighe,  ne manda uno (seguito poi da un amico ) fuori nel corridoio. Ma c'è il furbetto di turno che chiede "perchè lui sì e io no?" prima di seguire l' amico con il benestare della catechista stessa.
Del gruppetto disposto ad ascoltare, uno dichiara di voler leggere la parabola del giorno ed altri 3 o 4 disposti ad ascoltare (nel baccano generale...) per poi leggere a turno, un paio intanto disposti a mimare la parabola fino a che, non capendo bene alcune parole, hanno lasciato perdere.

Io non avevo direttive su come "aiutare le catechista" quindi nell' attesa mi sono limitata ad un paio di tentativi del tipo "perchè non abbassiamo un poco la voce per ascoltare la storia?" oppure "perche non ascoltiamo la canzone tra 5 minuti, dopo la lettura?" Come fossi trasparente. E la catechista a calcare la mano indifferente "ma no, lasciali fare".

Al che dopo la seconda partecipazione, con mia figlia restia ad uscire apposta di casa il venerdi sera  per recarsi a catechesi "troppa confusione, non mi piace e sono stanca, mamma",  ho informato la catechista che forse era il caso di modificare un pelo l' impostazione e chiesto se altri genitori avessero espresso un qualche parere in proposito. Sapevo che almeno un paio avevano avuto le mie stesse impressioni, ma ho fatto la gnorri.

Alla riunione, convocata principalmente per capire quale fosse il problema, il rigirare la frittata si è rivelata un'arte:
la catechista è volontaria
la catechista non è responsabile della disciplina, non avendo gli stessi strumenti di un insegnante.... (qualcuno mi spieghi, per favore)
i bambini sono numerosi, impulsivi, a fine settimana hanno bisogno di scaricarsi e non di stare seduti ancora - dopo 8 ore di scuola per  gg -  per un' ora di stampo militare "come ai vecchi tempi" (perchè ai vecchi tempi funzionava, ed in soli due anni?)
ai bambini non si possono insegnare concetti teologici ma solo cose "a presa immediata" ( il rispetto magari, no?)
la catechista non puo fare tutto da sola, i genitori dovrebbero coordinarsi a turno per essere presenti (non impossibile, ma nemmeno scontato, quindi non mi organizzi la catechesi su queste basi)
i genitori devono motivare i ragazzi presentando la catechesi come un' occasione, non una costrizione (ma non certo come una sala giochi, perchè per quello almeno decido io l' orario e le tempistiche quando mi aggrada, no? e poi mia figlia è anche maggiormente contenta...)

Soluzione proposta (dalla sottoscritta): splittare il gruppo per ridurre il caos e alternarli settimanalmente ( cassato perchè" assolutamente diseducativo e contrario ai principi dell' insegnamento della catechesi" - qualcuno mi spieghi perchè nessuno in riunione l' ha fatto)
soluzione alternativa proposta (dalla sottoscritta): se il programma del primo anno è ormai stato fatto (a detta della catechista), concludere per quest' anno e vedere se l' anno prossimo il gruppo è cresciuto un pochino per permettere una catechesi un pelo più realizzabile (cassato perchè "allucinante, i bambini devono potersi riunire e frequentare ad ogni occasione"-ndr. catechista con gli occhi fuori dalle orbite)

Soluzione votata: spostare la catechesi dal venerdi al mercoledi  ed i genitori concordi nell' insistere sull'importanza della catechesi

Come si chiama questo?



1 commento:

  1. Si chiama maleducazione...no comment, "ai nostri tempi" esisteva ancora il rispetto per l'adulto, ora non piu', e non e' colpa dei bambini...

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