Un paio di giorni fa mi sono recata nel negozio la cui titolare si è detta disposta a tenere in conto vendita un paio di miei oggetti, giusto per capire se la domanda c'è e - nel caso - valutarla.
Bene, ad oggi ha verificato che la domanda c'è (solo per un paio di articoli comunque), purtroppo altre sono invece le domande che pongo a me stessa alla luce di quest'esperienza (che dura ormai solo da pochi mesi, ma già cerco le risposte.....).
"Il prodotto in conto vendita non deve riportare il marchio /nome/simbolo dell'autore, ma solo l'etichetta con il prezzo del venditore"
--> Question n°1: ma è corretto?
"Io applico il 20% di margine sul tuo prezzo" , tradotto nei fatti (e con un esempio) significa che il mio prezzo di vendita a 4€ diventa per il venditore un prezzo cartellinato a 4,80 €, peccato che poi su questo prezzo venga calcolato il suo guadagno (20%=0,96€) così che alla fine il mio ricavo è inferiore ai 4 € inizialmente pattuiti.
--> Question n° 2: ma è corretto?
"Non ho modo di mettere in valore proprio quel tuo pezzo come vorresti tu", tradotto significa che se presento al titolare un uccellino-porta-mollettine (qui il prototipo in jeans) mi viene chiesto di lasciare anche alcune mollettine d'esempio (e questo è comprensibile, sul momento non ne avevo , mannaggia, quindi non l'ha preso con la scusa che "non so come presentarlo") mentre per i cuscini termici - con noccioli di ciliegia e semi di lino, ai quali mescolo ogni tanto fiori di lavanda - mi chiede olio essenziale da lasciare a lei per "attirare meglio l'attenzione del cliente" --> Question n°3: ma è corretto che, a fronte del guadagno sul venduto, devo fare tutto io? Oltretutto l'olio essenziale, messo indiscriminatamente sui tessuti, alla lunga macchia.
Per ora mi sono data solo una risposta:
cercare altri negozianti disposti a tenere prodotti in conto vendita, per verificare cosa loro intendano con questa definizione, applicando infine la mia etichetta fissa su tutto. E tanti saluti!
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